domenica 3 gennaio 2016

Primi passi - Un Capodanno alternativo


Come ogni dicembre che si rispetti, anche quest'anno la domanda diffusamente critica è stata: "Cosa facciamo a Capodanno?" "Bah, io ho casa libera se volete" dice uno, "Sì, potremmo trovarci.." fa eco un altro. Eppure, nessuna di queste proposte quest'anno mi ha convinto. Non fanno per me.
Ok, è necessaria una premessa, o forse un paio: come è risaputo l'emergenza immigrazione si sta facendo più forte e anche sul territorio si sta avvertendo questa pressione; inoltre, insieme al gruppo scout, abbiamo deciso di avvicinarci a questa realtà andando ad incontrare alcuni profughi ospiti in una struttura nella città. Tutto questo, ho deciso, non deve più lasciarmi indifferente, se questa sarà la direzione della mia Strada. 
Provando ad informarmi, ho saputo che nessuna Caritas o affine avrebbe organizzato qualcosa per Capodanno. Con un pò di amarezza, stavo per gettare la spugna finchè, inaspettata, arriva la proposta la vigilia di Natale: "Organizziamo noi?". Non avrei potuto chiedere di meglio. Mancavano una location e un permesso, che non tardarono ad arrivare: alla Messa di mezzanotte (non credo al fato, sicuramente c'è dell'Altro....dall'Alto) incontrai un capo scout del mio paese che, in qualità di responsabile dell'accoglienza dei profughi in loco, disse che sicuramente qualcosa si poteva fare. In mezza giornata avevo ricevuto la marcia giusta per partire. Ora mancavano le braccia e le teste per organizzare qualcosa. E neppure quelle si fecero attendere: attraverso passaparola e post su facebook si creò una bella rete umana e, attraverso un gruppo whatsapp, in 5 giorni è stata costruita la serata. L'entusiasmo da parte di tutti e il sostegno ricevuto anche da chi non poteva essere presente alla serata sono stati un buon motore per partire.
Per la sera di Capodanno avevamo organizzato poche attività, accompagnate da uno spuntino dopocena, per favorire l'incontro e lo scambio (anche linguistico, attraverso il supporto di cartelloni) tra ospiti e ospitanti, anche in momenti non strutturati.
Alcuni flash della serata:


Un primo momento curioso ed emozionante è stato dare loro in mano dei pennarelli per compilare dei cartelloni con delle parole che sarebbero state utili durante la serata. Abbiamo chiesto loro di tradurre nelle loro lingue (Pakistano e Afghano) dei vocaboli e, successivamente, traslitterarli in maniera che anche noi potessimo capirli. L'entusiasmo del loro approccio con i colori è stato emblematico: uomini contenti come bambini. Evviva la semplicità!

"Saranno famosi", dicevano.
Un altro elemento chiave della serata sono state sicuramente le numerosissime foto che questi ragazzi volevano scattare con noi, ragazzi e ragazze (soprattutto). Credo che "picture" sia stata la parola più pronunciata della serata. E a questo proposito vorrei sfatare una critica che potrebbe nascere e che, da qualche parte, è già nata: "vederli tutti con i telefonini mi lascia un pò perplessa, forse non scappano dalla guerra". Quello che vorrei dire è che, adesso, la gente che arriva da noi, certo scappa da situazioni di guerra o di povertà, ma la povertà da cui fuggono non è (almeno per i mediorientali) più quella che nell'immaginario comune è associata ai bambini scheletrici con avvoltoi che aspettano di mangiarne la carne. La situazione, e noi lo abbiamo potuto constatare, è quella di uomini che lasciano il proprio Paese facendosi moltissimi giorni di cammino e il cui strumento per comunicare con casa è Internet. Sono giovani, come noi (con un profilo facebook, spesso carico di foto), che scappano dal loro Paese in cerca di condizioni migliori e che, se non trovano qualcuno che organizzi loro un'accoglienza, spesse volte si troveranno a dormire all'addiaccio nei centri cittadini. Penso sia importante fare chiarezza, per non alimentare un pregiudizio che ad altro non serve che ad alimentare confusione e distanza.


Oltre alle molteplici foto scattate, anche la musica è stato un elemento molto presente durante tutta la serata. Ovviamente la melodia l'hanno scelta loro e tutti insieme abbiamo ballato su note orientaleggianti. Una cosa l'ho notata con piacere: essendo tutti uomini, si pensa sia scontato che chiedano soltanto alle ragazze di ballare con loro, invece, molto spesso si coinvolgevano a vicenda o cercavano molto anche i ragazzi italiani per danzare. Mi ha strappato un sorriso.
Ad un certo punto i ragazzi erano così presi dentro, che pensavamo che ad interrompere la musica per giocare a tombola si scatenasse una rivolta. E, invece, dieci minuti dopo la scena era questa:



.....estraendo i numeri in pashto, inglese ed italiano si è giocata una partita molto combattuta al "Bingo", cui vincitore è stato il più giovane di tutti i ragazzi. E' stato sorprendente vedere la concentrazione e l'entusiasmo nell'incominciare una nuova attività.

E poi.....si era fatta MEZZANOTTE!!!

NUIAAL MUBARAK

HAPPY NEW YEAR

BUON ANNO


 Direi che è stato assolutamente un Capodanno diverso dal solito, con le persone giuste. Adesso diventa importante proseguire sulla Strada che è stata iniziata. 

Per incominciare bene quest'anno, voglio regalare queste parole a te che hai avuto la pazienza di venire fin qua:

Vieni, vieni chiunque tu sia,
sognatore, devoto, vagabondo 
poco importa.
La nostra non 
è una carovana di disperazione.
Vieni, 
anche se hai infranto i tuoi voti mille volte
Vieni, vieni, 
nonostante tutto vieni
(Rumi)

  ...perchè sia questo lo spirito che guidi questo anno.

Buon cammino!


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