giovedì 21 gennaio 2016

Camminando: Nuovi Orizzonti

Questo Natale, per la prima volta da 11 anni, una mia grande amica mi regala un libro. "Sai che non sono solita regalare un libro, ma questa volta dovevo: mi sei subito venuta in mente tu". Il libro in questione è l'ultimo di Chiara Amirante, fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti. La conoscevo solo per un "mi piace" nella sua pagina Facebook, senza avere mai approfondito ulteriormente le notizie su di lei. Ma, leggendo la sua storia nel sito della Comunità da lei fondata, mi accorgo che tanti dei desideri che lei nutriva da giovane sono gli stessi che mi stanno provocando da tempo. 
Ve la presento, con le sue stesse parole:

Ho sempre cercato, come penso faccia ogni persona, qualcosa capace di dare un senso profondo alla mia esistenza. Mi dicevo: ho una vita sola, voglio spenderla per qualcosa di grande! Cercavo la pace, la libertà, la sorgente capace di dissetare il mio cuore sempre inquieto, cercavo la gioia ed una frase del Vangelo mi ha raggiunto come una folgorazione: "Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio Amore… Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato, nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,9-12).".
Non immaginavo davvero di incontrare un popolo così sterminato di giovani soli, emarginati, sfregiati nella profondità del cuore e della dignità, vittime dei terribili tentacoli di piovre infernali e della più infame delle schiavitù. Quante ragazze vendute come schiave e costrette a svendere il loro corpo a gente senza scrupoli. Quanti giovani distrutti, imprigionati dall’illusione di un paradiso artificiale che ha ucciso loro l’anima. Quante grida silenziose e lancinanti mai ascoltate da nessuno; quanta disperazione, rabbia, violenza, devianza, criminalità… ma quanta incredibile sete di amore, di Dio proprio là, nella profondità delle tenebre degli inferi della strada.
Ho provato con un certo timore e tremore ad entrare in punta di piedi nelle storie delle persone che abitavano le zone più ‘calde’ della città e subito sono rimasta impressionata dalla sete di ascolto, di verità, di pace, di amore di … Dio. Tanti dei cosiddetti ‘criminali’, alcuni con fedine penali davvero impressionanti, non erano di fatto persone cattive, ma persone non amate; ragazzi con una grande sensibilità ma con il cuore impietrito dalle troppe violenze subite. Altri erano giovani arrivati da paesi più poveri pieni di buoni propositi e aspirazioni, ma ben presto catturati dalle reti della criminalità organizzata che non perdona. Altri ancora, bravi ragazzi di buona famiglia (alcuni li avevo conosciuti in precedenza) ammaliati dalle seducenti proposte del mondo (piacere, denaro, successo, apparire) e scivolati poi in una profonda insoddisfazione, solitudine, nausea sottile senza più riuscire a trovare risposte... ragazzi con un grande vuoto nel cuore che avevano tentato di colmarlo con lo sballo, la trasgressione, le sostanze stupefacenti.[...]


Ho così iniziato a recarmi di notte in strada spinta da un semplice desiderio: condividere la gioia dell’incontro con Cristo Risorto proprio con quei fratelli che erano più disperati.
Se la gioia che vediamo nel tuo sguardo viene davvero da Gesù e se è Lui che ti spinge a rischiare la tua vita per noi, parlaci un po’ di ‘sto Gesù!
Portaci via da questo inferno della strada. Vogliamo conoscere anche noi questo Gesù che ha cambiato la tua vita!
Ben presto mi sono resa conto che, anche se ero a Roma, nel cuore della cristianità, non riuscivo a trovare un luogo dove portare questi nostri fratelli che avevano un bisogno disperato di essere accolti e di incontrare Gesù. C’erano tantissime mense, ostelli per la notte, comunità psico-terapeutiche o lavorative, ma non riuscivo a trovarne neanche una che accogliesse immediatamente i ragazzi che incontravo in strada e desse loro la possibilità di un accompagnamento umano e spirituale, basato sul vangelo, nell’impegnativo cammino di ricostruzione interiore e di guarigione del cuore. [...]
Mi è venuta cosi l’idea di una comunità di accoglienza dove proporre come regola di vita il Vangelo. Naturalmente avevo mille timori, mi rendevo b
en conto che per una ragazza di ventisette anni, senza né risorse economiche né professionali (sono laureata in Scienze Politiche), pensare di trovare una casa per andare a vivere con ragazzi di strada considerati da tutti molto pericolosi era un po’ da matti. Ma sapevo che a Dio tutto è possibile (Mc. 9,23).
Nel marzo del ’94, nel più completo abbandono alla Provvidenza, è nata la prima Comunità Nuovi Orizzonti
 dove ho iniziato a vivere con i miei nuovi fratelli incontrati in strada e ho proposto loro di provare a vivere il vangelo. La risposta di questi ragazzi è stata davvero sorprendente ed entusiasmante. Da quella prima casetta, (con materassi sparsi per terra dappertutto per accogliere un numero sempre crescente di giovani che bussavano alla porta della comunità) si sono moltiplicati, in Italia e all’estero i Centri.
Gli stessi ragazzi accolti hanno subito sentito l’urgenza di impegnarsi in una pastorale di strada che veda come protagonisti non tanto dei bravi predicatori, ma dei testimoni che sappiano annunciare con forza ciò che l’incontro con Cristo Risorto ha operato nella loro vita.
Mi sembra di poter affermare che, se da una parte questa esperienza ci ha dato la possibilità di contemplare i miracoli della grazia, dall’altra ci siamo resi conto che l’SOS giovani è molto più allarmante di quanto rivelano le statistiche ufficiali.
Così ho capito di non essere da sola. E, dopo il SerMiG, anche questo potrebbe diventare un potenziale sentiero percorribile.

 

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