...devo dire che è parecchio tempo che non percorro questi sentieri, ma da molto ne sento la necessità. Così, quando ho tempo, torno.
Sono ormai un paio di mesi che sono nei 20 anni, ho chiuso con la fase "teen": ora si entra nella vita. Volevo raccontarvi cosa mi sembrano, per il momento, questi vent'anni.
Ho capito che per me i vent'anni sono:
- "la vita che inizia a darti del tu" (A.D'Avenia) e tu che esisti a te stesso nella vita, con forti momenti di paura e responsabilità;
- i giorni e le settimane che si riempiono e non sai più dove far stare tutta la vita nelle 24 ore al giorno che ci sono concesse;
- pensieri e intuizioni che sembra non stessero aspettando altro che il coraggio dei vent'anni per farsi realtà. Idee, molte volte condivise, che (ri)costruiscono e vedono futuro anche dove è insospettabile una Primavera;
- queste idee, parlano di attenzione e cura; parlano il linguaggio dell'amore e della crescita dei più giovani, di un dono che hanno il diritto di ricevere;
- la Cura nelle relazioni e nella scelta delle parole;
- l'attenzione e l'educazione dello sguardo alla Bellezza: accorgersi che la Primavera non dura che una settimana, che i fiori sbocciano e subito diventano foglie;
- il tempo in cui non sono più la mamma e il papà a parlare per te, ma tocca a te prendere la macchina e andare personalmente a dire dei "roubsti sì e dei sani no" (cit.), certa comunque del loro sostegno e pensiero a casa;
- la valigia da fare per l'università e i treni da prendere;
- la vita in appartamento e intestarsi le bollette: anche così scopri che esisti, con un nome sulla carta;
- saper chiedere aiuto e consiglio;
- proposte che ti coinvolgono direttamente per il bene della collettività, non solo della comunità;
- delle decisioni da prendere, nuovi sentieri da imboccare;
- essere orgogliosa di un progetto, una persona, un'amicizia. Oggi ho scoperto di essere orgogliosa del mio Liceo, che è stata, forse, l'esperienza più umana e formativa di questi 20 anni;
- essere seduta ad un tavolo con soli adulti e, con umiltà, saper donare chi sei e vederti apprezzata (convinta, in ogni caso, che di quello che sei poco dipende da te);
- avere degli amici speciali in altri Paesi, in Bosnia per esempio, e sperare che arrivi presto il momento di andarli a trovare;
- i passi da fare da sola, anche fisicamente, perchè la strada che hai scelto è diversa da quelle degli altri;
- sentirti sempre in continua corsa, ma aver bisogno di un attimo di sosta per prendere fiato;
- sentire la fiducia che gli altri ripongono in te;
- imparare ad amare tutti, sentendoti libera di non doverti vincolare a qualcuno in particolare;
- sentirti "sul pezzo" nel posto in cui ti trovi, sentirti tutta d'un pezzo, camminare sicura di chi sei e di chi vuoi essere; ma, nonostante tutto essere ancora quella impacciata, imbarazzata, a tratti infantile, scoordinata,...insomma, quella per cui la faccina di whatsapp con la gocciolina in alto a destra è a dir poco significativa...
Ma mi piace così, mi piaccio così. Imparando a conoscermi.
Buon cammino a chi ha avuto la pazienza di tornare qui ancora!
Marta